Blockchain e cioccolato: per una produzione etica

Il cioccolato è etico con la blockchain

La tecnologia blockchain ha svariate applicazioni. Negli articoli qui proposti, abbiamo offerto una panoramica dei suoi benefici: dal vantaggio competitivo alla sicurezza alimentare, dalla tracciabilità a leva di marketing.

Con il cioccolato, scopriamo che la blockchain può garantire il valore etico dei prodotti.

La blockchain responsabilizza la filiera del cioccolato

Nel 2005 nasce Tony’s Chocolonely, la barretta fatta solo con cacao proveniente da piantagioni che rispettano il lavoratore e non occupano bambini in nessuna fase del processo. A garanzia, la blockchain.

Come funziona?

Tony’s Chocolonely si basa su una piattaforma blockchain che raccoglie dati lungo tutta la filiera a partire da quelli immessi dalle cooperative dei coltivatori.
Le informazioni riguardano:
– l’origine delle fave
– l’identificazione della fattoria in cui sono state coltivate,
– la quantità raccolta
– il flusso che ha generato,
– eventuali perdite e sprechi.
La raccolta dei dati continua lungo tutta la filiera, ogni volta che avviene una transazione.

Esempio applicazione blockchain al cioccolato

Un carico di fave giunge nel luogo dove è sottoposto ai primi e naturali processi di trasformazione (fermentazione ed essiccazione). Da qui continua il viaggio documentato (partenza, quantità, origine, dati del vettore) verso l’azienda che lavorerà la materia prima per ottenere la massa di cacao. Successivamente, previa registrazioni, il passaggio alla Fabbrica di cioccolato per la produzione della barretta.

Ogni Fabbrica indicherà il nome del singolo fornitore, quando è avvenuta la consegna della materia grezza, tempi e modalità di lavorazione, ingredienti aggiunti e provenienza, tipo di confezionamento, sosta in magazzino, vendita.

Ogni fase è documentata dal partner di filiera. Qualsiasi trasferimento archiviato nella blockchain.
La singola registrazione si collega a quella precedente in una catena continua, immodificabile e permanente.

I dati rimangono accessibili agli attori della filiera. E se l’intento dichiarato è quello di garantire l’origine etica del cacao, allora tutti saranno responsabili nel raggiungimento di questo obiettivo perché sarà nel loro interesse farlo.

Per finire, un QR code sulla confezione consentirà al consumatore di accedere alla tracciabilità del prodotto… che è poi la sua storia autentica.

La blockchain, infatti, consente l’accessibilità a più livelli in base al ruolo che si ha. I dati contrattuali “sensibili” (prezzo, termini) tra la Fabbrica di Cioccolato e i vettori, per esempio, resteranno riservati alle parti contraenti. La registrazione della partenza e dell’avvenuta consegna al magazzino saranno invece “pubblici”.

La blockchain migliora la filiera del cioccolato

  • Registrare con precisione i dati significa completa tracciabilità e trasparenza del cioccolato dalla fava alla barretta.
  • La blockchain garantisce la provenienza, nel caso di Tom’s Chocolonely, da fattorie rispettose delle condizioni dei lavoratori. Ma può essere garantita anche l’origine biologica, da fave di cacao pregiate o da commercio equo-solidale. Tutto questo può contribuire a determinare la percezione “premium” del cioccolato. E il consumatore, confermano le ricerche più aggiornate, è disposto a pagare di più per un prodotto premium, se sicuro dell’autenticità.
  • Nel momento in cui la blockchain responsabilizza il singolo sul proprio operato e su quello del partner di filiera, le collaborazioni risultano rafforzate e le relazioni più durature.
  • La blockchain consente di migliorare l’efficienza della filiera perché i punti di debolezza risultano documentati, chiari e visibili a tutti.

About the author: Leila MItchel