Come i big dell’economia adottano la blockchain: il caso Pepsi

Come la blockchain è entrata in Pepsi

Grande risultato dall’applicazione della blockchain alla supply chain di Pepsi, il gigante del food and beverage: +28% di efficienza.

Si è trattato di un test effettuato a marzo in un ambito specifico delle sue filiere – quello dell’advertising digitale – limitato alla sola area dell’Asia Pacifica.
Insieme a Pepsi, sono state coinvolte alcune agenzie pubblicitarie partner.

Obiettivo: rendere l’acquisto di pubblicità digitale più conveniente.

Il test condotto è servito inoltre a comprendere meglio le potenzialità della tecnologia blockchain e a valutarne l’efficacia nella supply chain.

I risultati sono stati incoraggianti: i benefici sono stati calcolati sul costo per impressioni viewable (impressioni valide), efficientando la filiera dell’adv online.

Come è stata applicata la blockchain

Nella supply chain dell’advertising digitale, tra inserzionista ed editore, esistono intermediazioni che generano costi. Il test con la blockchain ha assicurato che la spesa in adv digitale è stata effettivamente sostenuta solo per annunci verificabili.

L’adozione degli Smart Contract (contratti generati nella blockchain) è stato decisivo per automatizzare i processi della supply chain e assicurare un link tra spesa e annunci visibili. I pagamenti sono risultati facilitati e fatti in tempo quasi reale alla prestazione del servizio. Completa, la trasparenza della filiera. Totale la privacy dei dati, protetti da crittografia.

Trasparenza, visibilità, efficienza negli acquisti, sicurezza del brand.

L’ottima performance raggiunta ha convinto i dirigenti Pepsi ad ampliare ad altre campagne adv l’applicazione della blockchain. Tra i nuovi obiettivi: verificare più ipotesi e valutare così l’impatto della nuova tecnologia in presenza di condizioni diverse.

La storia della blockchain nella filiera Pepsi è appena all’inizio.

About the author: Leila MItchel